Non so se l’ho già scritto ma i lavori che riguardano le galleria d’arte e i musei in generale mi entusiasmano molto, potrei sbilanciarmi e dire che sono tra i miei preferiti.
In questo caso il progetto riguardava una mostra presso il Civico Museo Archeologico di Milano, a tema egizio, “Sotto il cielo di Nut - Egitto Divino”. Anche in questo caso ho progettato i materiali per la comunicazione, il vestito grafico degli allestimenti interni e i pannelli del percorso museale. E grazie a questo progetto ho fatto un salto nel passato, nel mio, non in quello archeologico, scoprirete più avanti il perché!
Purtroppo il museo disponeva di un’unica immagine della dea Nut, un sarcofago ligneo, completamente scolorito.
Grazie a un trattamento grafico un po’ fuori dagli schemi per i canoni del museo sono riuscita a giungere al risultato finale che, su richiesta della curatrice, avrebbe dovuto avere un richiamo al blu, colore di riferimento della divinità, e evidenziare l’incisione relativa a Nut senza perdere la matericità del sarcofago. Il risultato è un’immagine ad alto impatto, ricca e moderna, in cui il colore è diventato il mezzo per ritagliare dallo sfondo il ritratto della dea, rendendola la luminosa protagonista.
Avendo affrontato il visual in maniera molto moderna, ho assecondato il tono classico del Museo Archeologico realizzando il logo della mostra con la loro font ufficiale di riferimento, ovvero il caro Trajan (di cui il mio adorato professore di lettering, aka James Clough, non finiva mai di tessere le lodi).
Il titolo/logo gioca con le proporzioni del testo per evidenziare le parole CIELO e NUT, mentre riguardo ai colori ho optato per un blu che riprende quello del visual, e per il sottotitolo un giallo oro campionato direttamente dal sarcofago. Nella versione cartella stampa abbiamo pensato di aggiungere anche la Nut scontornata per avere un legame più forte con il poster.
Dell’allestimento interno non ho molte foto, per colpa della quarantena covid che ha fatto saltare l’inaugurazione della mostra, ma prima o poi le aggiungerò. Per ora trovate alcuni esempi di grafica interna, relativa alle varie sezioni del percorso. L’allestimento era composto da pannelli di testo, prespaziati e immagini accompagnate da didascalie, per tutti abbiamo tenuto un color sabbia neutro come da colore delle pareti, per rendere il colpo d’occhio il più omogeneo possibile e dare risalto ai testi e alle vetrinette contenenti gli amuleti egizi.
Riguardo al salto nel passato di cui vi accennavo qualche riga fa… ebbene, dopo aver accettato il lavoro ho scoperto che il catalogo della mostra sarebbe stato realizzato da Officina Libraria, la nuova casa editrice del mio ex-capo di 15 anni fa, Marco Jellinek, alla mia prima esperienza come graphic designer nel mondo dell’editoria.
Così gli ho scritto, per fargli avere il visual che avrebbero usato come copertina del catalogo e in risposta ho ricevuto due calorose email di complimenti per il mio lavoro, da parte sua e della mia allora-caporedattrice Paola Gallerani: ovviamente mi ha fatto un immenso piacere e mi sono sentita molto gratificata, è sempre bello sapere che le persone con cui hai lavorato nel corso della tua carriera hanno, anche dopo molti anni, stima di te e del tuo lavoro, e ogni volta che mi capita di essere ricontattata da un mio ex collega o capo, mi sento felice di aver lasciato un buon ricordo dove sono passata.